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LA RETE DELLA LEGALITA’ DEL MEZZOGIORNO

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MANIFESTO

«L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice “quel politico era vicino al mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con l’organizzazione mafiosa. Però la magistratura non l’ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto”. Eh no: questo discorso non và, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale. Può dire: beh ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire “quest’uomo è mafioso”, però siccome dalle indagini sono emerse, dal dibattito ecc… altri organi, altri poteri… cioè i politici, cioè le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, cioè i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi, che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro allo schermo della sentenza. Si è detto: “questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto”. Ma dimmi un poco: ma tu non ne conosci di gente che è disonesta ma non è mai stata condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe quantomeno indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia; non soltanto ad essere onesti ma ad apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reato?».

Quanto citato è solo una parte del discorso di Paolo Borsellino tenuto nel 1989 a Bassano del Grappa.

Sono passati tanti anni, alcuni di noi non erano neanche nati, altri erano piccolissimi e ancora oggi le cronache confermano che la corruzione è diventata una struttura della società italiana.

E’, penetrata ovunque come testimonia la presenza dei “corrotti” in politica, nelle amministrazioni, nel mondo dell’imprenditoria, nella sanità.

Nel nostro paese la “corruzione è sistema” e non lo scrivono solo gli osservatori esterni, lo dice la Corte dei Conti, ne sono convinti gli italiani e lo provano i dati. La “tassa occulta” della corruzione nella Pubblica Amministrazione ha un costo di circa 50/60 miliardi di euro l’anno. E nonostante l’impegno della politica il fenomeno continua ad essere avvolto nel silenzio e dalla assoluta impunità.

La corruzione è un costo che non pagano tutti ma solo le classi più deboli perché dove più distorta è la spesa pubblica minori sono le risorse destinate alla sanità, alle politiche sociali, all’istruzione, alla ricerca, al lavoro, all’ambiente. La corruzione sottrae soldi alla produzione all’investimento. Impoverisce il paese sul piano economico, politico e culturale.

Pensiamo ai mercati “inquinati” dove non troveremo mai garanzia sulla qualità delle opere e i costi per la realizzazione sono sempre più alti. E’ proprio il bene pubblico del resto, gli appalti per i lavori, i servizi e forniture a rappresentare il settore più esposto. Ciò avviene, perché quando la corruzione si insedia nel ceto politico, e da questo non è adeguatamente contrastata, essa diventa un fatto istituzionale, un modo di governo della cosa pubblica.

La mentalità clientelare, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, è diventata ormai una “cultura”, un modo di governare.

E’ in questo sistema che efficienza e meritocrazia vengono sacrificati in nome dell’interesse privato.

La corruzione determina un pericoloso deficit di democrazia con un rischio di illegalità che genera un clima di rassegnazione.

Per questi motivi, noi pensiamo che la maggior responsabilità dei politici “onesti”, che ci sono e sono tanti, è quella di ricostruire le condizioni, anche istituzionali, per il ritorno all’etica pubblica.

Nella convivenza democratica esiste una stretta relazione tra la qualità dei comportamenti privati e la qualità della vita pubblica. Le mafie rappresentano l’emblema della corruzione della vita civile, perché il loro potere è esclusivamente fondato sull’obbedienza generata dalla forza, da quella estrema forma di forza che è la violenza. Le democrazie, invece, non possono prescindere dai valori condivisi: il loro potere si basa sul consenso e sulla compartecipazione di tutti i cittadini.

La vita pubblica è profondamente influenzata dai comportamenti dei singoli, così come la qualità degli atti compiuti da coloro che occupano la scena pubblica influenza direttamente le scelte e i comportamenti privati, fornendo o negando ai cittadini le garanzie di un trattamento equo e rispettoso delle leggi. In una sfera pubblica nella quale le leggi sono applicate discrezionalmente, in modo da favorire gli “amici” e le aspettative legittime di imparzialità si trasformano in “favori”, la fiducia tra i cittadini, la reciprocità, il rispetto delle leggi diventano vane pretese.

Per la legalità si propone allora di concentrare l’attenzione sulle dimensioni che incrociano privato e pubblico, a partire da tre parole chiave: fiducia, legalità e corruzione, intesa non solo come attività illecita, ma anche e soprattutto nel significato etimologico di de-composizione dello spirito pubblico.

 Pertanto, vogliamo partire dai giovani e dalla società civile, da noi stessi, attraverso la costituzione della “Rete della Legalità del Mezzogiorno” radicata in tutti i territori e le realtà del Meridione.

E’ nostra intenzione approfondire i temi della legalità, della corruzione e della fiducia attraverso le parole di ospiti autorevoli, con la collaborazione di magistrati, presidenti delle commissioni anti-camorra e anti-mafia, letture e narrazioni scandite dal ritmo musicale (neomelodici), e confrontarci con gli altri, con i loro punti di vista, con diverse interpretazioni del nostro quotidiano.

Il nostro obiettivo è quello di affermare la cultura della legalità e a ridurre le differenze tra i territori attraverso la formulazione di proposte serie e concrete.

COME NASCE LA RETE DELLA LEGALITA DEL MEZZOGIORNO’

La “Rete della Legalità del Mezzogiorno” nasce il 29 Settembre 2012 a Serino, in provincia di Avellino, a seguito dell’iniziativa interregionale: “La musica innesca la criminalità?! – Viaggio tra storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e musica neomelodica”.

E’ viva, vivissima in noi la volontà di migliorare la qualità della vita di ogni persona, a cominciare dall’aria che respira, da come viene curata, da come, quanto e perchè lavora, da come viene istruita, da cosa mangia e cosa beve, da cosa compra e quanto spende.

Riconosciamo come fondamentali i principi di partecipazione, trasparenza ed efficienza, della pace e della giustizia sociale, della legalità, rispetto delle leggi e dei diritti di tutti i cittadini e impegno civico per il loro miglioramento, dell’ecologia, intesa come vivere bene tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e la natura, come riconoscimento della biosfera come casa di tutte le creature, come rispetto della madre terra, come equilibrio tra benessere e decrescita, della tutela della salute nel rispetto del principio di prevenzione primaria, della laicità, come rispetto dei ruoli tra le religioni presenti nel territorio e le istituzioni.

Intendiamo attuare questi principi attraverso la non violenza, come rispetto della dignità di ogni essere umano e come metodo di soluzione delle controversie, e la democrazia diretta, sia all’interno come metodo di gestione dell’organizzazione, sia all’esterno come metodo di partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni.

Rifiutiamo a tutti i livelli la connivenza col malaffare e la sua sottocultura e lottiamo contro le mafie e le deviazioni massoniche e degli apparati dello Stato.

Siamo convinti che la nostra partecipazione  debba porsi in alternativa e fattiva opposizione sia ai vecchi schieramenti, promotori di un modello di gestione dello stato basato su clientele e rapporti occulti, sia a qualsiasi nuovo soggetto politico che si basi sull’accentramento del potere.

Riteniamo fondamentale il confronto e il dialogo anche con coloro che non condividono il presente MANIFESTO, a prescindere da posizioni ideologiche, partitiche o valoriali.

Riteniamo che la nostra azione di contrasto alle mafie e all’illegalità può essere più forte ed incisiva solo se portata avanti unitariamente con altre forze politiche, civiche ed associative che hanno il nostro stesso obiettivo.

Ci siamo avvalsi di diverse collaborazioni per la realizzazione della “rete delle Legalità del Mezzogiorno”. Riteniamo che il percorso intrapreso porterà allo scambio d’esperienze e all’elaborazione di soluzioni che potranno essere messe a servizio delle nostre realtà territoriali.

Ritenendo che il problema della malavita organizzata sia dell’intero Paese e non solo di una parte la “Rete della Legalità del Mezzogiorno”, che in un primo momento si svilupperà nelle regioni meridionali, avrà un seguito al Centro e al Nord Italia.

 La “Rete della Legalità del Mezzogiorno” vuole essere per noi lo strumento per combattere le tante battaglie, piccole e grandi, che ognuno di noi si trova ad affrontare nella quotidianità. Siamo convinti che insieme e attraverso una fitta rete, basata su un principio di scambio continuo d’informazioni e di solidarietà e di progettualità, potremo fronteggiare con più efficacia le sfide che ci troveremo davanti.

 Bisogna ripartire dal basso, da una meravigliosa trasversalità positiva con associazioni, movimenti, cooperative, sacerdoti, magistrati, professionisti, studenti, imprenditori, professori, giornalisti, padri e madri di famiglia, la cosiddetta Società Civile, insomma, che deve dimostrare a tutto il resto del Paese quanta positività esiste nelle nostre terre e quante capacità essa può esprimere nel risollevarsi anche da sola dal baratro in cui generazioni di colpevole abbandono, soprusi ed ingiustizie sociali l’hanno gettata.

CHI SIAMO

Siamo giovani, donne, uomini, anziani, senza distinzione di sesso, età, credo religioso, appartenenza partitica, economica e sociale. Siamo semplici cittadini che intendono partecipare alla vita della comunità manifestando il nostro impegno civile e sociale. Cittadini che cercano di affermare il principio di legalità lottando contro ogni forma di discriminazione, di violenza, di ingiustizia sociale, di corruzione e di criminalità organizzata, con un impegno che parte dai propri territori fino a coinvolgere le istituzioni e l’intera comunità nazionale ed europea. Il nostro obiettivo è il rilancio, attraverso l’operatività quotidiana, dei valori, dei principi e del buon senso che possano riscattare le nostre terre dalle mafie che rappresentano il cancro di un Paese che viene ostacolato in tutti i processi di sviluppo.

La Rete della Legalità del Mezzogiorno è presente e radicalizzata in tutto il meridione: Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Obiettivo futuro sarà quello di espandere, attraverso il nostro lavoro, la Rete anche nelle altre regioni del Paese dove le mafie sono presenti e operano indisturbate.

 A CHI CI RIVOLGIAMO

Ci rivolgiamo a tutti i cittadini italiani e stranieri che, come noi, credono che con l’affermazione della legalità si possa creare una società più giusta, più equa, più solidale. Una società che possa porre le basi per un futuro migliore. Una società che incarni i valori fondamentali di democrazia, di lavoro, di famiglia, di giustizia sociale, di uguaglianza, di rispetto degli altri, di amore.

Ci rivolgiamo anche a coloro che sono testimoni della legalità e che lo sono stati attraverso le loro esperienze di denunce, di vita, di lotta, di vittime. Coloro che, attraverso queste esperienze, possono darci il loro prezioso contributo affinchè questa nascente Rete possa diventare un vero e proprio laboratorio di idee, di proposte e di percorsi necessari per ripristinare quel senso morale ed etico che rende civile un Paese.

 LE NOSTRE PROPOSTE

– Promozione e sensibilizzazione rispetto al tema della legalità in tutti i territori;

– Diffusione della cultura della “legalità” nelle scuole attraverso progetti locali;

– Creazione di un “vademecum” sui beni confiscati e sequestrati, attraverso il quale offrire una dettagliata lettura di come funziona il meccanismo che va dal sequestro, alla confisca, all’assegnazione dei beni e infine alla loro gestione;

– Legalità è l’unica risposta per il lavoro e il futuro: combattere la disoccupazione, il lavoro nero, l’insicurezza sui luoghi di lavoro;

– Legalità è l’unica risposta per la tutela dell’ambiente: no alla cementificazione massonica dei territori;

– Legalità è l’unica risposta per il rispetto degli altri: rispetto dei diritti dei diversamente abili, dei minori, delle donne e degli anziani;

– Legalità è trasparenza: snellimento della burocrazia della Pubblica Amministrazione, trasparenza sui bilanci della P.A. , delle società, dei partiti ecc…

– Legalità è buon costume: riflessioni sui costumi civili che possono frenare o far crescere i processi di corruzione e di mafia (ricercare atteggiamenti, costumi e comportamenti camorristici attraverso i neomelodici);

– Costituire protocolli di intesa con le amministrazioni locali, i partiti e le società. Strumenti utili per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nelle attività economiche;

– Approvare in tutte le amministrazioni il Codice Etico, per rafforzare i vincoli previsti dalla norme antimafia;

– Realizzare progetti in collaborazione con il Parlamento Europeo;

– Creare sportelli di sostegno per le vittime di Racket, di Usura, di Estorsioni, di Minacce.

 I NOSTRI OBIETTIVI

  •  Creare una coscienza collettiva che sensibilizzi le comunità in cui viviamo affinchè si disconosca l’illegalità e la mentalità mafiosa.
  • Prevenzione del crimine e repressione dei fenomeni mafiosi: è necessario collaborare attivamente come cittadini responsabili con lo Stato, la Magistratura e le Forze dell’Ordine denunciando ogni forma di illegalità, partendo dai piccoli, ma fondamentali, atti quotidiani.
  • Promuovere la cultura di un sistema sociale basato sull’eguaglianza di diritti e doveri, sulle pari opportunità, sulla solidarietà e sulla giustizia attraverso la collaborazione di tutti, a partire dal nostro piccolo ma importante impegno.
  • Diffondere la cultura della “legalità” nelle scuole attraverso progetti locali;
  •  Sostegno a tutti i cittadini che decidono di denunciare minacce, ritorsioni, estorsioni e tutti gli atteggiamenti criminali a cui sono sottoposti.
  • Individuazione di percorsi, anche con la collaborazione della -magistratura e delle forze dell’ordine, a tutele delle vittime delle mafie.
  • Apertura di sportelli antiracket, assistenza al cittadino, tutela dei diritti.
  • Creare una rete dove tutte le sensibilità, le esperienze e le competenze di persone e associazioni possano lavorare e dare un contributo a favore dell’affermazione della legalità.

La gente fa il tifo per noi”, dicevano spesso Giovanni Falcone a Paolo Borsellino.

L’Italia ha solo bisogno di passione civile e coraggio. E noi che sottoscriviamo questo manifesto d’intenti accettiamo solennemente di combattere con le armi della cultura, della legalità e della non violenza questa battaglia.

 “Non dimenticare che nei periodi più bui, un piccolo numero di donne, di uomini, di giovani e perfino di bambini sparsi sulla terra, sono stati capaci di cambiare il mondo” (Frére Roger Schutz)

 Responsabili Nazionali della Rete: Valentina Spata; Marcello Rocco; Michele Masulli; Anna Rita Leonardi.

 Responsabili della Rete:

Abruzzo: Valeria Scotucci;

Molise: Davide Vitiello;

Basilicata: Michele Masulli;

Campania: Marcello Rocco;

Calabria: Anna Rita Leonardi e Tania Ruffa;

Puglia: Davide Leone;

Sicilia: Maria Laura Maggiore

 Le prime adesioni alla Rete (ne specifichiamo solo alcune nonostante abbiamo ricevuto oltre 100 adesioni in pochi mesi): Pietro Grasso, Presidente del Senato (Capo della Direzione Nazionale Anti Mafia; Rosario Crocetta, Presidente della Regione Siciliana; Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino e Assessore alla Sanità per la Regione Sicilia; Isaia Sales, Professore Universitario e Scrittore; l’On. Gianfranco Valiante, Presidente della Commissione Anti-Camorra; Marcello Ravveduto, Scrittore e Ricercatore Università degli Studi di Salerno; Antonio Vassallo, figlio del Sindaco Pescatore ucciso dalla camorra, attualmente Assessore Comune di Pollica – Acciaroli (SA); l’On. Salvatore Piccolo, componente della Commissione Nazionale Antimafia; Gaetano Porcasi, pittore Antimafia – Palermo; Rita Borsellino, Deputata al parlamento Europeo, sorella del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia.

Aderiscono anche l’associazione Libera e altre associazioni che promuovono in tutto il Paese il tema della Legalità. Aderiscono i Centri Anti Violenza e le forze dell’ordine. Importante è l’adesione di tantissime vittime della Mafia.

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